C’è chi fa parte della Polizia di Stato da dieci anni, chi da venti e chi da trenta anni. C’è chi vi è entrato ragazzino e ora è un nonno prossimo al magro pensionamento e chi, invece, ha trent’anni e una vita tutta davanti con una prospettiva congelata di carriera. Si sono ritrovati tutti davanti la Questura di Palermo per un sit-in di protesta, organizzato dai sindacati di Polizia Uilps, Sup, Anip e Confsal di Palermo contro i tagli imposti dall’ultima manovra finanziaria del governo.
Fabio Vivarelli, da diciassette anni in divisa, è entrato in Polizia a soli ventiquattro anni ed è un agente di scorta: “ I nostri mezzi e la nostra logistica – dichiara – è ai minimi termini da quando io abbia memoria. Tutto è in rovina: dalle semplici palette ai lampeggianti in dotazione. Il nostro autoparco è composto da una ventina di vecchie automobili con in media 250.000 chilometri alle spalle”. L’agente continua: “Può succedere di tutto con autovetture così fatiscenti, del resto, come è già capitato nella zona Favorita, alcune macchine si sono fermate mentre noi eravamo in servizio con la persona da scortare sopra. È stato un vero inferno e più che altro una vera umiliazione”.
Nuccio Alessandri, invece è un agente delle volanti, da diciotto anni in Polizia a 1.480 euro di stipendio al mese con gli straordinari. Ogni cinque giorni di lavoro, gli tocca un turno notturno pagato diciotto euro: “Ho due bambini e una moglie, vado in strada a tutelare la sicurezza degli altri, ma in questo momento noi, come corpo di polizia, non siamo in grado nemmeno di assicurare la nostra, visto che con i prossimi tagli non ci sarà garantita più la benzina per le nostre automobili”.
Dalla Questura di Palermo per il turno notturno escono in media sei o sette volanti alle quali si unisce un’unità da ogni Commissariato di Pubblica Sicurezza. A partire dal cinque luglio, quelle sei o sette volanti con due agenti a bordo per ogni autovettura saranno le uniche che andranno in azione per vegliare sul sonno tranquillo dei cittadini palermitani: la manovra ha eliminato quelle dei commissariati.
Un altro agente davanti alla Questura per lo sciopero è Massimo Pillitteri. Fa parte della sezione della Polizia scientifica e racconta le condizioni degli uffici in cui ogni giorno operano: “Capita che la mattina quando arrivo in ufficio mi tocca sgomberare qualche mattone dal mio posto di lavoro, mentre per andare in bagno faccio le svolte al mio pantalone perché altrimenti rischio di bagnarmi tutto a causa dei tubi rotti che fanno allagare la toilette. Spesso manca perfino la carta per le fotocopie e talvolta, ci arrangiamo utilizzando più volte lo stesso foglio. Qualche volta il sabato venivano delle scolaresche a trovarci per delle visite guidate, era un modo per far vedere e spiegare ai bambini qual’è il nostro compito, ma abbiamo dovuto interrompere le visite perché i nostri locali non sono per nulla dignitosi. Se si fosse trattato di una struttura privata li avrebbero già chiuse per inagibilità da un pezzo…” .
Tra chi oggi protesta contro il blocco dei contratti e degli stipendi per i prossimi tre anni dal 2011 al 2013, c’è anche chi fa parte della sezione “Catturandi” che con grande orgoglio parla dell’ultima grande operazione che ha portato all’arresto del latitante Giuseppe Falsone: “ I Ministri di turno e questo Governo si attribuiscono la cattura dei grandi boss, in realtà è solo grazie all’impegno e ai sacrifici degli uomini della Polizia se questi eccellenti arresti sono stati possibili. Un mafioso è oggi messo in condizione di andare all’estero e di riorganizzare la sua attività illecita, per noi agenti è solo grazie al nostro sangue e al nostro sudore che possiamo seguirli. Lo Stato, oggi, non ci da più le possibilità e i mezzi per portare avanti la nostra attività d’indagine”.
L’aspetto più inquietante dei tagli che bruciano le ali al futuro, secondo quanto previsto dalla manovra finanziaria, riguarda gli adeguamenti stipendiali che sono bloccati per i prossimi tre anni. Questo significa che se un poliziotto passasse ad una qualifica o ruolo superiore, sia per concorso che per merito, non gli sarà riconosciuto l’adeguamento economico per la nuova qualifica.
Ad aprire il corteo dei poliziotti davanti alla Questura che ha portato in processione una cassa da morto come simbolo del funerale della Polizia, c’è Damiano, di undici anni, che sventola freneticamente un paio di slip con su scritto: “La Polizia di Stato è in mutande”.
Damiano è il figlio dei uno dei poliziotti che protestano, ha rinunciato a una giornata in spiaggia con la mamma, alla domanda su cosa voglia fare da grande e perché, risponde con quel disarmante candore che appartiene solo ai bambini e dice senza alcun minimo tentennamento: “Il poliziotto come papà perché voglio dare la caccia a tutti i furfanti”.
Fonte : Livesicilia
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