sabato 5 giugno 2010

Niscemi, si riapre il dibattito sul Muos

L'abbreviazione Muos, utilizzata per semplificare la più estesa denominazione di Mobile User Objective System, è divenuta, negli ultimi due anni, assai frequente nei discorsi condotti dai rappresentanti delle istituzioni niscemesi.
A tre chilometri dal centro abitato di questo paese del nisseno, infatti, sorgerà, su decisione dei vertici della Marina a stelle e strisce, una componente del progetto globale Muos, consistente nell'installazione di tre grandi antenne radar,

dal diametro di 18,4 metri, e di due torri radio da 150 metri di altezza, accompagnate da una centrale di comando, depositi carburante e strutture viarie annesse.
Il problema, però, secondo la comunità di Niscemi ed i comitati intanto sorti, sta in quelle 41 antenne già presenti in contrada Ulmo, vasta e preziosa area boschiva, arrivate a Niscemi nel lontano 1991, allo scopo di creare una stazione di telecomunicazioni, la Naval Radio Transmitter Facility N8, imperniata su trasmissioni ad alta e bassa frequenza, essenziale per il rafforzamento del sistema di trasferimento dati interno ai comandi militari Usa sparsi sul globo.
Il dibattito, dopo un periodo di assopimento, e mentre i lavori, praticamente impossibili da monitorare poiché interni ad un'area militare, procedono, inizia a riattivarsi: a Niscemi, potremmo dire, si riapre la questione Muos.
Per sabato prossimo, le organizzazioni contrarie all'installazione militare hanno organizzato, insieme al Comune, un incontro pubblico volto a “sollevare il problema connesso alle forti emissioni elettromagnetiche generate dal sistema Muos”.
Il sindaco Giovanni Di Martino, per mesi sotto il fuoco incrociato dell'opposizione che lo accusava di aver rilasciato tutte le necessarie autorizzazioni all'installazione, ha, nel corso di questa settimana, richiesto ogni possibile valutazione da parte dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente.
“I dati finora emersi non ci fanno stare tranquilli, se il valore delle emissioni supera i limiti già con la stazione presente in contrada Ulmo, figuriamoci cosa potrà accadere quando l'impianto Muos raggiungerà il suo massimo regime”, dice il sindaco.
“A questo punto pretendiamo che l'Arpa monitori periodicamente la situazione, non possiamo subire un doppio affronto, quello del petrolchimico gelese e quello della stazione Usa, in fondo l'economia locale dipende dall'agricoltura, e fattori di questo tipo non possono che deteriore la qualità dei prodotti”.
Lo stesso Di Martino, inoltre, nel ribadire la contrarietà dell'ente da lui amministrato ad ogni nuova installazione militare, tiene a precisare che “qualora dai dati emergessero ulteriori superamenti nelle emissioni di onde elettromagnetiche, il Comune adirà le vie legali nei confronti dei responsabili della base”.
Molti cittadini impegnati all'interno dei comitati spontanei, infatti, a differenza delle note emanate dal comando statunitense, sostengono che le onde elettromagnetiche aumenteranno con il Muos, facendo leva, soprattutto, sulla decisione assunta dai vertici della Marina Usa inerente il trasferimento della stazione di telecomunicazioni dalla base di Sigonella, originariamente scelta, al centro di contrada Ulmo: troppi i rischi di interferenza con i voli, in arrivo ed in partenza, dal sito militare catanese.
Una matassa che, stando alle ultime comunicazioni provenienti dalle autorità militari statunitensi, dovrebbe già essere sciolta: il Muos sarà realizzato a Niscemi.
fonte : SiciliaInformazioni.com

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